RINOSCOPIA ANTEROPOSTERIORE

La rinoscopia anteroposteriore è una pratica ambulatoriale mininvasiva che permette la visualizzazione diretta delle cavità nasali e del rinofaringe. In corso di rinopatia i segni clinici maggiormente rilevabili sono: starnuti, scolo nasale, impedito transito della colonna d’aria, respiro russante, sbruffo, stertore, stridore, dispnea inspiratoria e respirazione a bocca aperta. L’iter diagnostico prevede raccolta anamnestica, visita clinica (che deve includere l’ispezione del cavo orale), utilizzo della diagnostica per immagini (esame radiografico, TC, RM) ed indagini ematobiochimiche. La rinoscopia anteroposteriore consente di:

1) identificare le alterazioni morfologiche macroscopiche della superficie mucosale (edema, iperemia, lesioni erosive, iperplasia del Nalt)

2) raccogliere campioni citologici e istologici adeguati da sottoporre ad esame cito/istopatologico

3) asportare corpi estranei inalati

4) eseguire instillazioni locali di farmaci (Clotrimazolo in corso di Aspergillosi, Triamcinolone in corso di stenosi rinofaringea)

5) risoluzione di patologie ostruttive mediante applicazione di protocolli terapeutici (dilatazione stenosi rinofaringea, asportazione polipi infiammatori, debulking neoformazioni nasali mediante laser a diodi).

Per la rinoscopia antrograda si possono utilizzare strumenti flessibili o rigidi, mentre le ottiche flessibili sono indispensabili per la valutazione del rinofaringe. Le ottiche flessibili sono inoltre dotate di un canale di lavoro interno che consente l’utilizzo di strumenti ancillari quali pinze (biopsia, corpo estraneo), cytobrush e laser (debulking) e permette di effettuare irrigazioni ed aspirazioni di materiale accumulato nelle cavità nasali. Il paziente viene posto in anestesia generale e deve essere sempre intubato; la preparazione prevede un digiuno da cibo di almeno 12 ore . Sia per la rinoscopia anterograda che per quella retrograda si utilizza preferibilmente il decubito sternale. www.endovet.it Il rinofaringe va ispezionato per primo, poiché dopo la rinoscopia anterograda a questo livello si accumulano fluidi di lavaggio, detriti e sangue che ne impedirebbero una completa visualizzazione. La presenza del riflesso rinofaringeo può rendere questa manovra frustante e la sua presenza non significa necessariamente che il piano anestesiologico non sia adeguato. In alcuni casi può essere utile nebulizzare a questo livello un anestetico locale, come lidocaina. L’indagine del rinofaringe prevede la visualizzazione di diverse strutture: palato molle, margine libero del palato molle, mucosa della parete rinofaringea dorsale, apertura delle tube di Eustachio, coane, setto nasale, e turbinati nasali caudali. Dopo la valutazione del rinofaringe, si esegue l’indagine delle cavità nasali per via anterograda. Nelle ore successive all’esame endoscopico il paziente potrebbe evidenziare un peggioramento della sintomatologia clinica, precedente riscontrata, secondario alla manovra di esecuzione per la raccolta di prelievi cito/istopatologici.

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